"La vita prima di me": la vera storia di una famiglia ebrea nascosta in 6 M2 per 765 giorni
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In questo film nelle sale da mercoledì 26 febbraio, Nils Tavernier racconta l'odissea immobile di una famiglia ebrea nascosta in una soffitta nel cuore di Parigi dal 1942 al 1944. Una storia sobria e potente.
Di Yves JaegléVivere senza luce. Sussurro. Condividere 6 m2 tra tre persone. Per 765 giorni. Nasconditi e non uscire mai, se non dopo un infortunio grave. “Life Before Me” di Nils Tavernier racconta la storia del volo immobile di Rywka, Moshe e della loro figlia adolescente Tauba. Il 15 luglio 1942, questa famiglia parigina originaria della Polonia riuscì a nascondersi mentre era in corso la retata di Vel d'Hiv . Una coppia di resistenti, i Dinanceau, li ospitò in una soffitta, con la stanza della domestica all'ultimo piano.
Una storia folle ma molto difficile da raccontare cinematograficamente, poiché nessuno si muove, nessuno parla, in uno spazio minuscolo, per due anni. Nils Tavernier intensifica e dà ritmo a questa storia con diciture sullo schermo, "180 giorni", "268 giorni", "535 giorni" e alcune immagini d'archivio per dare vera profondità al rumore degli stivali nazisti in questa ambientazione a porte chiuse.
Guillaume Gallienne e Adeline d'Hermy interpretano i genitori, con discrezione, mentre Violette Guillon interpreta l'adolescente che si rivela la forza vitale quasi soprannaturale della famiglia. La giovane attrice trasmette tutta la sua passione a questo ragazzo che prende in mano il suo destino e quello dei suoi genitori, impara a farsi una benda, a sfidare le sue paure e perfino a vivere, riuscendo a uscire e a vedere la luce sul tetto, dopo essere passato attraverso un condotto di ventilazione.
Alcune immagini documentarie, all'inizio del film, mostrano la vera Tauba Birembaum, immortalata nel 1987, quando aveva 69 anni. E come ultima eco, è suo marito, assente nella finzione, il combattente della resistenza Robert Birenbaum, ancora vivo, a confidare oggi la forza di questa storia d'amore. Si sono incontrati il giorno della Liberazione , proprio alla fine del film. Il loro figlio Guy Birenbaum, giornalista e scrittore, coautore della sceneggiatura, pubblicò contemporaneamente un racconto con lo stesso titolo.
Pensiamo di aver letto tutto, visto tutto. Agli attraversamenti dalla Francia alla zona franca, alle corse folli, alle fughe insensate. Ma questa immobilità forzata, questa convivenza per più di due anni, dal Roundup alla Liberazione, va oltre ogni immaginazione. E ispira un immenso rispetto per questa coppia che, sfidando ogni pericolo, ha nascosto un'altra coppia, ebrea, con la loro figlia. Cinque eroi anonimi.
di Nils Tavernier, con Violette Guillon, Guillaume Gallienne, Adeline d'Hermy, Sandrine Bonnaire... 1h31.
Le Parisien