Un abitante del Var ha pagato il prezzo... Un'associazione chiede il divieto delle bende contro l'incontinenza

L'associazione Diva (dispositivi di impianto vaginale), le cui iscritte affermano di essere vittime di complicazioni legate a questi impianti utilizzati contro l'incontinenza urinaria, è stata ricevuta martedì 24 giugno al Ministero della Salute, dove ha chiesto la messa al bando di un certo tipo di cerotto.
L'uso di cerotti per il trattamento delle perdite urinarie dovute a tosse, risate o sforzo fisico, posizionati sotto l'uretra passando attraverso i muscoli inguinali, è stato regolarmente messo in discussione dal 2016 a causa del rischio di complicazioni .
Le complicazioni, dovute in particolare a una reazione corporea o a un posizionamento improprio, spaziano da infezioni del tratto urinario, lesioni o dolore cronico che impedisce di camminare, sedersi o avere rapporti sessuali. Questi dispositivi, che contengono polipropilene, si incorporano gradualmente nei tessuti e la loro rimozione, sebbene difficile, può essere lesionante.
Nel marzo 2025, Sandra Hernandez, residente a Callas , raccontò a Var-Matin come la sua vita fosse cambiata dopo un intervento chirurgico del genere, avvenuto nel settembre 2017 in una clinica di Saint-Raphaël. L'operazione aveva causato molteplici complicazioni, tra cui l'impossibilità di lavorare come assistente infermieristica...
Un dispositivo rimovibile meno rischioso?Diva chiede "il divieto dell'uso di sling TOT" e sostiene un "ritorno alle procedure precedenti" come l'intervento di Burch, che non richiede impianti, o l'uso della guaina naturale del muscolo della coscia (fascia lata) per sostenere l'uretra, ha detto all'AFP la sua co-presidente, Karine Prou.
In alternativa agli impianti vaginali, l'associazione propone il pessario, un dispositivo rimovibile "a forma di ciambella" che viene inserito nella vagina per sostenere gli organi pelvici.
Le autorità devono "prendere coscienza" del problema: bisogna " smettere di dare questi impianti alle donne" e "far credere alla gente che si tratta di un intervento benigno", ha affermato Stéphanie Dupin, l'altra co-presidente di Diva, un'associazione precedentemente nota come Vaginal Implants Collective, che riunisce più di 1.000 persone.
Un appello a rilanciare la ricerca medicaQuesti due presidenti, vittime a loro volta di complicazioni legate ai cerotti, hanno trasmesso il loro messaggio a diversi rappresentanti della Direzione generale dell'assistenza sanitaria (DGOS) e della Direzione generale della salute, nel corso di un incontro durato più di due ore presso il Ministero della salute, alla presenza del chirurgo urologo Benoit Peyronnet, specialista nella rimozione di questi cerotti, e di un membro di France Assos Santé, che rappresenta i pazienti.
Si è parlato anche di una "certificazione" per i chirurghi che installeranno questi impianti, ha sottolineato la signora Dupin al termine dell'incontro.
L'associazione chiede di "rilanciare la ricerca medica" sull'argomento e chiede inoltre di monitorare l'applicazione dei decreti del 25 aprile 2025, che disciplinano l'installazione delle sling sottouretrali.
Var-Matin