Alban Skënderaj e il sold out al Forum di Assago: “Ispirato da Battisti e Jovanotti”

Assago (Milano) – Sul palco del Teatro “Astrit Sula” di Tirana proseguono le prove dello show che Alban Skënderaj cala il 14 maggio tra le gradinate di Forum di Assago ad un passo dal sold-out. Risultato non proprio scontato per la stella albanese, 43 anni, nato Lushnjë, ma originario di Valona, che, dopo l’esibizione dell’anno scorso al Terminal 3 al Festival di Castano Primo, continua ad incrociare i suoi destini con l’Italia e con la comunità balcanica che risiede qui.
Alban, se lo aspettava?
“Il Forum rappresentava una bella sfida che, dopo aver riempito lo scorso anno con mesi d’anticipo l’Arena Kombëtare di Tirana, ho pensato, però, di potermi accollare. Riempire uno stadio da oltre 20 mila posti a Tirana, infatti, non è come farlo a Milano, perché la popolazione albanese è un ventesimo di quella italiana e tutto va rapportato. Riuscirci è stato un risultato enorme che m’ha stimolato a rincorrere nuovi traguardi”.
Che spettacolo ha in animo di proporre?
“Sto preparando una cosa un po’ speciale; uno show di due ore e mezza con trenta persone sul palco e poi ospiti, video, effetti speciali e perfino dodicimila braccialetti luminosi come quelli usati dai Coldplay nei loro spettacoli”.
Visto che è sposato con Miriam Cani, altra celebrità della canzone albanese, avrà pure lei sul palco?
“Anche se non l’annuncio, lei in queste occasioni speciali c’è sempre. Ormai il pubblico se l’aspetta. Mi piacerebbe avere sul palco pure i nostri figli Ameli, nove anni, e Duam, cinque. Ma il piccolo è molto esuberante e non so quanto gestibile in un contesto del genere”.
La pagina su di lei di Wikipedia, versione albanese, dice: “Commise la più grande follia della sua vita partendo con un amico su una nave per l’Italia, senza che le loro famiglie ne sapessero nulla”.
“È andata proprio così. Per cambiare vita in quel mondo a quattordici anni ci vuole coraggio, ma anche un po’ di pazzia. Bastò un passo, visto che dalla terra alla nave in partenza c’era appena un metro. Grazie ad una serie di casualità, col mio amico arrivammo sulla banchina e, dopo un attimo d’esitazione, salimmo a bordo con atto di rara incoscienza visto che la vecchia imbarcazione era stipata quattro volte la capienza e a poche miglia dalla Puglia iniziò ad affondare. Ci salvammo grazie all’intervento della Marina Militare italiana”.
In Italia è diventato cantante.
“La passione per la musica l’avevo già, ma è nei quasi dieci anni trascorsi a Pistoia, dove raggiunsi i miei fratelli e ricevetti in dono la mia prima chitarra, che è cambiato tutto. Fu il mio maestro di canto Sandro ad aprirmi le porte del mondo della canzone suggerendomi di tentare la strada dei concorsi per voci nuove. Vinto il primo, mi convinsi che quella sarebbe stata la mia strada. Un giorno racconterò tutto in un libro. Al tempo ascoltavo tanta musica angloamericana, ma il mio mito era Lucio Battisti. E se penso ancora oggi alla musica italiana prima viene lui e poi a tutti gli altri”.
Altri riferimenti?
“Jovanotti. Perché lo trovo un grande innovatore. Ed è un onore per me prendere il suo posto sul palco del Forum il giorno dopo l’ultima replica milanese del PalaJova. Comunque, entro l’anno ho in animo di registrare un duetto con un artista italiano, sperando magari il prossimo di raggiungere un altro traguardo: rileggere il mio repertorio con un’orchestra sinfonica sul palco dell’Arena di Verona”.
Il Giorno