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Alteria, nel Fiore dei tuoi danni: "Pure io ne ho combinati parecchi..."

Alteria, nel Fiore dei tuoi danni: "Pure io ne ho combinati parecchi..."

Nel fiore degli anni. Ma, soprattutto, dei danni. Il quarto album di Alteria, all’anagrafe Stefania Bianchi, rockeuse e dee jay di Virgin Radio, nasce da quelle ansie di madre che stasera riversa sul palco del Legend Club di via Fermi e il 23 su quello del Morborock di Sondrio, le due tappe lombarde del “Voglio andare oltre (Royal Enfield Tour)”. "Penso di aver lasciato mi figlia sempre molto libera, permettendole di crescere con grande indipendenza, ma, ora che vuol andare a vivere da sola e cambiare città per frequentare l’università, sfido qualsiasi mamma a non avere un momento di ansia, per non dire un filo di magone" ammette Alteria, dopo aver premesso che un titolo come “Nel fiore dei tuoi danni” vale anche per lei "che di danni ne ho sempre combinati parecchi".

In rete il video di “Personalissima rivolta” la racconta in maniera molto grintosa. "È uno tra i brani più spinti del disco, ma il rock è parte del mio Dna, un suono che ricerco da sempre anche se col tempo ho voluto tirare fuori un aspetto più morbido e cantautorale che si trova in un buon 50% del resto dell’ascolto".

Evoluzione dell’esperienza con le Strange Kind of Women, cover band dei Deep Purple di cui faceva parte. "Le Strange Kind of Women sono state una bella esperienza live, ma la mia passione per il rock arriva dai miei primissimi esperimenti musicali con i NoMoreSpeech, da esperienze radiofoniche e televisive in cui ho sempre ascoltato tanto rock che poi ho riversato nella mia musica".

Gli album che l’hanno fatta innamorare del genere? "Innanzitutto, i Litfiba, ma anche gli dei dell’Olimpo, i Led Zeppelin. Mentre la prima voce femminile che ho amato è stata quella di Sandra Nasić, frontwoman dei tedeschi Guano Apes".

Ai suoi gusti musicali l’imprimatur del rock chi l’ha dato? "È stato probabilmente un disco dei Litfiba, credo ‘Mondi sommersi’, che papà, radiofonico pure lui, mi regalò dopo aver avuto ospite in trasmissione Piero Pelù. Mi innamorai perdutamente della band fiorentina e andai ad ascoltarmi tutta la sua discografia. Avrò avuto 12 anni".

La radiofonia se la porta nel Dna. "Da bambina papà mi portava con lui a Radio Reporter e, mentre lui era in diretta, io aprivo le letterine degli ascoltatori trovandoci dentro tutto l’affetto e l’empatia creato da quelle parole nell’etere. L’empatia resiste anche nel 2025, anche se oggi la radio è un po’ meno romantica, il dee jay non sceglie più i dischi da mandare in onda e già questa è una grossa differenza col passato".

Aspettative? "Milano è la mia città, sul palco manco da diverso tempo, quindi, proporrò tutto il nuovo album più ovviamente qualcuno del passato. Mi auguro di avere una sala piena per riuscire a mettere in piedi uno show energico e partecipato. Non avendo gli streaming di Beyoncé, ritrovarmi sottopalco diversa gente disposta a condividere quel momento con me sarebbe bellissimo". An.Spi.

Il Giorno

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