Insula, la Capri in bianco e nero Biasucci: dal 19 luglio in mostra alla Certosa di San Giacomo

Sabato 19 luglio inaugura a Capri nello splendido scenario della Certosa di San Giacomo la mostra Insula di Antonio Biasiucci a cura di Gianluca Riccio.
Un’isola, oltre cinquanta immagini, una visione inedita: Antonio Biasiucci rilegge Capri attraverso la fotografia in bianco e nero, trasformando il paesaggio in uno spazio di riflessione sul tempo, la memoria e la natura. Il progetto Insula, a cura di Gianluca Riccio e ideato dall’Associazione Il Rosaio – Arte e Cultura Contemporanea, è sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Si avvale della collaborazione della Direzione Regionale Musei della Campania, dei Musei e Parchi Archeologici di Capri come partner di progetto, e della partecipazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – Museo Madre Napoli come partner culturali. L’esposizione, che sarà aperta al pubblico fino al 30 ottobre, presenta un lavoro nato dallo sguardo dell’artista su Capri, risultato di una residenza di diversi mesi sull’isola, un racconto creativo dell’esperienza di un luogo unico al mondo, di straordinario valore simbolico e storico. Le fotografie di Biasiucci, in dialogo con le opere del complesso monumentale caprese, entreranno a far parte del patrimonio museale della Certosa di San Giacomo. Insula propone una rilettura poetica e visionaria del paesaggio di Capri. Antonio Biasiucci attraverso la sua pratica fotografica che da sempre indaga il confine tra natura, memoria e spiritualità, immagina l’isola non soltanto come territorio fisico, ma come spazio interiore e archetipico. Capri si configura come approdo naturale per la ricerca del fotografo. Isolarsi nel perimetro di spazi segnati da limiti fisici e culturali convenzionali è per Biasiucci, sin dai suoi esordi, il gesto preliminare per dar vita a un processo di scarnificazione dell’immagine e per la costruzione di inediti legami tra cose umane e non umane. Scarnificare per rivelare la profondità delle cose e dei corpi, eliminando gli strati superficiali, per mettere a fuoco l’essenza più intima dei soggetti.
Le immagini raccolte durante il soggiorno caprese – tracce di epoche remote come i resti romani di Villa Jovis, dettagli della natura mediterranea, la Grotta di Matermania, le collezioni del Museo Ignazio Cerio, i frammenti architettonici e manufatti artistici della Certosa di San Giacomo e di Villa San Michele – creano una partitura visiva che riflette sul tempo, sulla metamorfosi e sulla sopravvivenza della forma, in cui l’essere umano, la natura e le figure della storia partecipano a un destino comune di continua trasformazione.
Il lavoro di Biasiucci rivela un universo caprese formato da “un mondo di sotto e un mondo di sopra” popolato dagli innumerevoli personaggi che abitano l’isola e che riportano i segni di una contaminazione con la natura. Nella chiesa della Certosa sette grandi “monoliti” (45x 370cm), disposti a intervalli regolari diventano i basamenti per svelare il racconto immaginifico dell’artista pensato per una Capri archetipa, mitologica, cultuale (dal culto). Ogni monolite comprende nove fotografie, ogni immagine è parte dell’installazione complessiva e ogni sequenza diventa espressione dell’esperienza vissuta dall’artista e delle presenze che abitano l’isola: le statue, il bosco, gli uccelli, le pietre calcaree, le grotte, i ficus, il mare, le sirene, i polpi, i pesci, i gufi, le capre, gli approdi, i reperti marini, le rocce… Biasiucci concepisce l’“insula” come luogo ambivalente: da un lato isola delimitata dal mare, contenitore di stratificazioni storiche e culturali millenarie, dall’altro simbolo di un isolamento fertile, di una condizione di raccoglimento interiore in cui poter rintracciare le forme primigenie dell’esistenza. Un micromondo e, al tempo stesso, un palcoscenico assoluto. Il progetto si inserisce inoltre in un dialogo a distanza con l’opera di Karl Wilhelm Diefenbach, artista romantico tedesco che visse a Capri e le cui opere sono conservate nella Certosa di San Giacomo – che da molti anni opera nella promozione della fotografia e dell’arte contemporanea –, contribuendo a intrecciare la ricerca contemporanea di Biasiucci con una memoria artistica che appartiene profondamente al territorio. L’esperienza che Biasiucci ha vissuto per diversi mesi sull’isola di Capri è inoltre raccontata nel video Insulario. L’alfabeto visivo di Antonio Biasiucci, realizzato da Valeria Laureano in collaborazione con la Scuola di Cinema dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Accompagna il progetto un catalogo che sarà pubblicato dalla casa editrice Contrasto e sarà presentato il prossimo autunno presso il Museo Madre-Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee in occasione di un incontro con esperti storici e critici della fotografia. La mostra Insula alla Certosa di San Giacomo di Capri sarà aperta al pubblico fino al 30 ottobre 2025 e sarà visitabile negli orari di apertura del complesso monumentale.Info e orari su https://cultura.gov.it/luogo/certosa-di-san-giacomo
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