World’s 50 Best Hotels 2025, dominio Asia, ma due italiani in top 10. Ecco i numeri uno

Il Rosewood Hong Kong è stato incoronato come miglior hotel al mondo nella nuova classifica dei World’s 50 Best Hotels 2025, svelata a Londra durante la cerimonia che celebra l’eccellenza dell’ospitalità internazionale. Elegante hotel affacciato sul Victoria Harbour, nel vivace quartiere di Kowloon, conquista il primo posto guadagnando due posizioni rispetto all’anno precedente, e ottenendo anche il titolo di miglior hotel d’Asia.Anche quest’anno l’Asia quindi si conferma protagonista. Sul podio, insieme al Rosewood Hong Kong, si sono classificati il Four Seasons Bangkok at Chao Phraya River, in seconda posizione, e il Capella Bangkok, terzo, già vincitore dell’edizione 2024.Al quarto posto, torna Passalacqua, premiato come miglior hotel d’Europa. Dopo aver sbancato alla prima edizione, nel 2023, conquistando il primo posto, è rimasto sul podio anche nel 2024, al secondo posto nella classifica mondiale – dietro Cappella Bangkok – e sempre al primo in Europa.
Al quinto posto troviamo un’altra icona dell’hotellerie asiatica, il Raffles Singapore, rifugio leggendario con una storia che riporta a fine Ottocento e lo stile coloniale. Tutt’altra atmosfera all’Atlantis The Royal di Dubai, resort di mare moderno, che è una vera destinazione a sé. Torniamo nella capitale della Thailandia per la settima posizione, vinta dal sofisticato Mandarin Oriental Bangkok, oasi zen in piena città. E, se Chablé Yucatán, Messico, conquista il primato in Sudamerica, l’Italia conquista un’altra posizione tra le prime dieci, con il Four Seasons Firenze. Chiude la Top Ten un altro albergo asiatico, The Upper House di Hong Kong.
Gli italiani: Lago di ComoL’Italia se l’è cavata bene quest’anno insomma. Sono ben 4 gli indirizzi premiati tra i 50 migliori al mondo. A partire da Passalacqua, nel piccolo borgo di Moltrasio, sul Lago di Como. Risalente al XVIII secolo, sorge su un terreno un tempo appartenuto a papa Innocenzo XI; fu acquistata nel 1787 dal conte Andrea Lucini Passalacqua, che volle trasformarla in una delle dimore più in vista del lago. Il progetto fu affidato all’architetto svizzero Felice Soave e al designer Giocondo Albertolli. Nel corso dei secoli, la villa ha accolto personaggi di spicco nel mondo delle arti e della politica, da Napoleone Bonaparte a Winston Churchill, fino a Vincenzo Bellini – al quale è dedicata la suite principale, in ricordo del periodo trascorso qui nel 1821.
A riportare in vita la residenza storica è stata la famiglia De Santis, albergatori da generazioni – ora è Valentina De Santis a gestirla con passione - che da mezzo secolo hanno le chiavi dell’ospitalità a bordo lago (con il Grand Hotel Tremezzo e Villa Sola Cabiati). In bilico tra struttura antica e spirito contemporaneo, ha solo ventiquattro suite, con affreschi barocchi, mobili antichi, marmi italiani – vedi la Breccia Pontificia, utilizzata anche in Vaticano – vetrate artistiche, lampadari di Murano. Una serie di passaggi segreti sotterranei porta alla spa e alla piscina coperta. Nel giardino terrazzato, progettato dal botanico Emilio Trabella, fatto di fontane, sentieri verdi, giochi d’acqua e una piscina affacciata sul lago, il tempo rallenta e si vive la tipica villeggiatura all’italiana.
FirenzeIl Four Seasons Hotel Firenze è il secondo hotel italiano in classifica, al nono posto nella lista mondiale. Ospitato in un palazzo mediceo del XV secolo, unisce la’rchitettura rinascimentale al comfort contemporaneo. Il cuore verde dell’albergo è il Giardino della Gherardesca, quattro ettari e mezzo di quiete nel centro della città: un tempo giardino botanico quattrocentesco, fu trasformato nel XIX secolo dal conte Guido della Gherardesca in un parco romantico. Oggi, è arricchito da sculture, tempietti, fontane e alberi secolari, mantenendo la struttura storica.
Il complesso comprende due edifici, il Palazzo della Gherardesca del Quattrocento, e Palazzo del Nero, del XVI secolo: nel corso dei secoli sono state la residenza di ministri, pontefici, nobili fiorentini e persino del viceré egiziano Ismail Pasha. Oltre al giardino, l’architettura e l’arte sono la chiave del successo di questo resort cittadino. Gli affreschi, i fregi, bassorilievi e soffitti istoriati rendono gli interni un museo diffuso, dove la storia di Firenze dialoga con l’arte dell’ospitalità.
RomaA Roma l’hotel più premiato è il Bulgari, al posto numero 22 nella classifica mondiale. Situato in centro, in Piazza Augusto Imperatore, a Campo Marzio, a pochi passi da Via del Corso e Piazza di Spagna, l’hotel celebra la romanità, riportando in vita un edificio monumentale – 14mila metri quadrati su sette piani - esempio di architettura razionalista di Vittorio Ballio Morpurgo, inaugurato nel 1950 dal primo ministro italiano Alcide De Gasperi. Un edificio importante, che sorge in un sito storico, proprio di fronte al Mausoleo di Augusto e al Museo dell’Ara Pacis di Richard Meier.
Gli ambienti, progettati dallo studio di architettura ACPV Antonio Citterio Patricia Viel, bilanciano il rigore estetico delle pietre utilizzate nella Roma imperiale e lo stile architettonico essenziale dell’edificio. Tra i fiori all’occhiello, oltre a Il Ristorante di Niko Romito e la terrazza panoramica, c’è la Bulgari Spa, con una piscina che omaggia, in chiave contemporanea, gli antichi bagni romani: ci si immerge tra colonne di marmo, vetrate artistiche colorate e mosaici ispirati ai motivi delle Terme di Caracalla.
Porto ErcoleQuindi, Il Pellicano di Porto Ercole, rifugio del jet set internazionale, che ha spento quest’anno le 60 candeline. Erano gli anni Sessanta, infatti, quando la socialite americana Patsy Daszel e l’aviatore inglese Michael Graham, aprivano le porte di questa dimora, a strapiombo sulla costa dell’Argentario. Acquistato da Roberto Sciò, nel 1979, oggi è diretto con cura dalla figlia Marie-Louise. Terrazze a picco sul mare, le camere con i richiami allo stile toscano, i ristoranti con vista e la famosa piscina protagonista degli scatti di Slim Aarons, l’hanno reso un indirizzo leggendario per la dolce vita al mare. Così come le sue feste, dove ci trovavi mezza Hollywood, da Kirk Douglas a Britt Ekland o Yul Brynner. In tanti anni Il Pellicano non ha perso la sua identità. E mantiene ancora oggi quell’accoglienza familiare, lo stile italiano e il sapore un po’ retrò che ha incantato attori e artisti nel corso del tempo.
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