<![CDATA[ Parlamento vota em comissão alterações ao diploma que permite construir em solos rústicos ]]>
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Le modifiche alla legislazione che consente di riclassificare i terreni rurali come terreni urbani edificabili saranno votate mercoledì nella sede speciale del Parlamento, con proposte di diversi partiti, tra cui il PSD, che ha accettato le principali modifiche difese dai socialisti.
Il decreto legge 117/2024, del 30 dicembre, che modifica il Quadro giuridico degli strumenti di gestione territoriale (RJIGT), consente la riclassificazione dei terreni rurali in terreni urbani per l'edilizia abitativa, ma gli emendamenti dei partiti PS, PSD, Chega, Iniciativa Liberal (IL), BE e Livre saranno votati dalla commissione parlamentare per l'economia, i lavori pubblici e l'edilizia abitativa.
Il diploma è entrato in vigore il 29 gennaio, dopo la valutazione parlamentare richiesta da BE, PCP, Livre e PAN, ma le risoluzioni di cessazione della validità del decreto-legge sono state respinte con i voti contrari di PSD, Chega, CDS-PP, IL e di un deputato non iscritto, l'astensione del PS e a favore dei proponenti e di quattro deputati socialisti.
L'astensione del PS è stata assicurata dopo che il Governo e il PSD hanno accettato le principali modifiche imposte dai socialisti, per evitare la revoca, che sono state ridotte a una specialità insieme ad altre provenienti da Chega e dai socialdemocratici, a cui si sono aggiunte anche quelle di BE, IL e Livre.
La votazione sulle proposte della specializzazione era già programmata, ma è stata rinviata su richiesta di Chega perché, secondo una fonte del partito, era necessario più tempo per analizzare tutte le proposte.
Una delle modifiche presentate dal PS prevede la sostituzione del concetto governativo di edilizia residenziale a "prezzo moderato" con un affitto "accessibile" o a "costo controllato".
Nella proposta viene ripristinato il criterio territoriale di “contiguità con il suolo urbano”, per l’accorpamento delle aree urbane esistenti, e la riclassificazione è limitata alla “assenza di aree urbane disponibili”.
Un'altra modifica riguarda le aree della Riserva ecologica nazionale (REN) e propone la necessità di un parere non vincolante delle Commissioni regionali di coordinamento e sviluppo (CCDR) sulla riclassificazione dei terreni rurali in terreni urbani su terreni non esclusivamente pubblici.
Sempre in tema di REN, la proposta aggiunge ai divieti di riclassificazione come aree urbane le aree “strategiche per l’infiltrazione e la protezione e ricarica delle falde acquifere”, quelle “ad alto rischio di erosione idrica del suolo” e quelle “di instabilità dei versanti”.
I socialisti vogliono anche revocare la possibilità di costruire alloggi per i lavoratori agricoli fuori dalle aree urbane esistenti.
I socialdemocratici accolgono la maggior parte delle richieste socialiste, in particolare per quanto riguarda la necessità di dimostrare l'impatto sulle infrastrutture esistenti e l'onere del loro "rafforzamento", e le aree da riclassificare restano integrate nella REN e nella Riserva agricola nazionale (RAN) con "la salvaguardia della conservazione dei valori e delle funzioni naturali fondamentali" e "la prevenzione e l'attenuazione dei rischi per le persone e le proprietà".
La proposta socialdemocratica prevede che il diploma con gli emendamenti "abbia effetto retroattivo al 31 dicembre 2024".
La proposta di Chega sostiene che la riclassificazione dei terreni basata su un parere tecnico sia "effettuata da un ente indipendente dal comune" e che la riclassificazione dei terreni REN e RAN sia "accompagnata da una relazione tecnica dettagliata" con "un'analisi dell'impatto ambientale, sociale ed economico" e "la giustificazione della necessità della riclassificazione".
Il BE propone che "la riclassificazione a suolo urbano" non possa "copre i terreni in aree sensibili, nella REN o nella RAN".
Livre chiede che la riclassificazione comprenda la dimostrazione della "indisponibilità di terreni urbani, nell'area urbana esistente", il ritiro della costruzione di alloggi agricoli al di fuori degli agglomerati, l'impossibilità di costruire in tutte le aree del Sistema nazionale delle aree classificate, indipendentemente dalla protezione, e nella RAN.
L'IL propone che "i comuni possano determinare la riclassificazione a suolo urbano attraverso un emendamento semplificato al piano regolatore comunale, ogniqualvolta lo scopo sia abitativo o correlato", a condizione che "almeno 700/1.000 della superficie edificabile totale fuori terra sia destinata ad edilizia abitativa", eliminando la menzione di "edilizia abitativa pubblica o di valore moderato".
Dopo la votazione della commissione, gli emendamenti passano alla plenaria per la votazione finale globale e vengono inviati per la promulgazione.
cmjornal