Lucerne Festival: uno sguardo al futuro del concerto classico


Patrick Hürlimann / Festival di Lucerna
Ora l'UFO proveniente dall'Estremo Oriente è atterrato sul Lago dei Quattro Cantoni. O è una melanzana gigante? Alcuni hanno già visto il mostro come un bagel deforme, e sono stati fatti anche paragoni meno banali. Per gli esperti, l'oggetto, che brilla tra il rosa, il viola e il rosa a seconda della luce, è una scultura accessibile, un'opera d'arte, mentre altri lo vedono principalmente come una straordinaria sala da concerto.
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L'irritazione è intenzionale; la brillantezza contribuisce in modo significativo al fascino dell'"Ark Nova", che sorge sulla Lidowiese di Lucerna dall'inizio di settembre. La peculiare struttura nei pressi del Museo Svizzero dei Trasporti è tutto questo allo stesso tempo: un'opera d'arte e un palcoscenico, e soprattutto uno schermo di proiezione per l'immaginazione dello spettatore.
Suggerimento sottileL'artista Anish Kapoor e l'architetto Arata Isozaki l'hanno concepita su suggerimento di Michael Haefliger, direttore artistico del Lucerne Festival. Quando "Ark Nova" fu presentata per la prima volta in Giappone nel 2013, voleva essere un simbolo di speranza: un segnale forte che, anche dopo il disastro dello tsunami e l'incidente nucleare di Fukushima, ci sarebbe stato ancora spazio per la vita culturale nelle regioni colpite. L'idea di combinare un luogo di incontro sociale, un'esperienza artistica e un palcoscenico si è rivelata un successo: fino allo scoppio della pandemia, la struttura gonfiabile è stata presentata in numerose altre città giapponesi, sempre con un riscontro di pubblico sorprendente.
A quanto pare, questo fenomeno si sta ripetendo a Lucerna, dove la "nuova arca" è esposta fino al 14 settembre. Lo strano oggetto sul lago suscita interesse semplicemente per la sua forma e il suo colore. Curiosi e fotografi amatoriali si aggirano intorno alla struttura, a caccia della prospettiva più insolita. Ma anche il programma volutamente accessibile del palco all'interno, con un massimo di quattro eventi al giorno, è stato ampiamente accolto con entusiasmo, secondo il festival.
Il fatto che Michael Haefliger abbia portato l'"Ark Nova" a Lucerna per la prima (e probabilmente unica) volta prima del suo ritorno in Estremo Oriente è più di una semplice ciliegina sulla torta al termine del suo mandato di 26 anni come direttore artistico. È un sottile cenno di assenso, poiché Haefliger, in modo giocoso e in linea con il motto estivo "Open End", dimostra chiaramente cosa è rimasto aperto durante il suo periodo movimentato.
La posizione sul lago dell'"Ark Nova", i suoi interni versatili e il suo concept performativo non ortodosso evocano inevitabilmente associazioni. Non è un caso che tutto ciò richiami il progetto concepito insieme al compositore Pierre Boulez per una "Salle Modulare", un palcoscenico teatrale e operistico radicalmente innovativo con un concetto spaziale e scenico variabile, che è stato poi realizzato, tra gli altri, a Parigi e Berlino.
A Lucerna, il progetto di costruzione sull'Inseli, vicino al KKL (KKL Lucerna), è stato abbandonato nel 2016. Proprio all'inizio dell'anno, un altro tentativo di riprogettare il teatro cittadino, che necessitava urgentemente di ristrutturazione, è fallito a causa del rifiuto degli elettori. Su scala più piccola, ma in una posizione simile vicino alla riva del fiume, l'"Ark Nova" offre ora un assaggio di ciò che la città potrebbe essersi persa a causa del fallimento del progetto. Anche in questa forma relativamente semplice, con attrezzature sceniche limitate, si possono intravedere le molteplici possibilità di spettacolo e di utilizzo che un luogo così multifunzionale apre.
Nelle specificheChiunque partecipi ai diversi programmi di quest'estate, che spaziano dai recital classici agli eventi folk, pop e performance, riconoscerà un'altra cosa: se una sede secondaria di questo tipo fosse stata realizzata sotto forma di una "Salle Modulable" concepita prima del 2016, avrebbe cambiato profondamente la forma e il profilo del Lucerne Festival nel suo complesso.
In un contesto così dinamico, la struttura di un concerto deve essere ridefinita per ogni evento: dalla disposizione del pubblico e degli artisti fino al programma, che deve essere idealmente adattato alle condizioni del luogo. Di conseguenza, i programmi stessi non possono limitarsi a riproporre ciò che è sempre stato offerto dal KKL; dovrebbero anche attrarre quel pubblico che è infastidito dalla tipica ambientazione di un concerto classico, con tutte le sue tradizioni e regole non scritte.
L'esperimento "Ark Nova" non serve quindi solo a ricordare un'occasione persa. Piuttosto, pone interrogativi chiave che sempre più emittenti dovranno affrontare in futuro: come dare nuova vita a questi formati storicamente evoluti? Come svilupparli ulteriormente, se necessario, per soddisfare le mutevoli aspettative del pubblico e quindi attrarne di nuovi?
Questo compito, che probabilmente diventerà più urgente per il Lucerne Festival nel prossimo futuro, è stato ancora una volta chiaramente delineato nel capitolato d'oneri per il suo successore, Sebastian Nordmann, con il progetto "Ark Nova" come presentazione di commiato.
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