Narcobanditismo: queste donne al centro degli affari della mafia DZ

"Choupette", "Vampirro", "Violenza Aggravata"... gli pseudonimi scelti dalle donne sui servizi di messaggistica criptata della DZ Mafia sono validi quanto quelli usati dagli uomini. Dietro questi soprannomi, la giustizia marsigliese ha scoperto compagne, madri il cui coinvolgimento nel traffico di droga va oltre i ruoli a lungo assegnati alle donne in questi casi: "tate" – custodi domestiche di armi, denaro e droga – o beneficiarie indirette, nei termini della giustizia, tramite l'accusa di mancata presentazione di prove di reddito.
L'uberizzazione del narcotraffico degli ultimi anni, con "ubershit" e "ubercoke", ha creato posti di lavoro come donne che consegnano a domicilio, ma poche gravitano ancora verso le sfere più violente di questo cartello, responsabile di quasi cinquanta omicidi nel 2023. A Marsiglia, alcune donne hanno scalato i ranghi più alti, attratte dal denaro e, come alcuni giovanissimi sicari reclutati dai narcotrafficanti, dal "brivido" della mafia DZ. Alcune vengono incarcerate per la loro partecipazione ad omicidi o raid contro reti di narcotrafficanti concorrenti.
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lemonde