Le Baccanti travolgono il Teatro dell’Efebo: Agrigento ritrova il suo mito
Successo per l’apertura della stagione del Teatro Classico. L’opera di Euripide incanta pubblico e critica. Ora la sfida di Cipro
AGRIGENTO – Una tragedia arcaica, ma attualissima. Un allestimento rigoroso e visionario. Un teatro scavato nella pietra che si fa tempio del rito scenico. Con Le Baccanti di Euripide, Agrigento ha inaugurato la stagione 2025 del Teatro Classico e del Mito consegnando al pubblico una serata di alto profilo, capace di fondere classicità e ricerca contemporanea.
La regia è di Daniele Salvo, anche protagonista in scena, che restituisce alla tragedia la sua anima rituale e sacra, senza rinunciare a una lettura simbolica e profondamente attuale. La produzione è firmata da Michele Di Dio e sostenuta dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento, che ha scelto coraggiosamente di affidare l’apertura della stagione a un’opera complessa e stratificata. Una scommessa vinta.
Il pubblico – numeroso e partecipe – ha accolto con entusiasmo la messa in scena ospitata nella cava di tufo del Teatro dell’Efebo, un palcoscenico naturale di straordinario fascino, che ha amplificato l’impatto emotivo della rappresentazione. Le voci delle Baccanti, curate nella vocalità dal dottor Marco Podda, hanno saputo restituire la tensione sacra del culto dionisiaco, in un equilibrio perfetto tra parola, gesto e musica.
Il coro femminile, vero cuore pulsante della tragedia, ha offerto momenti di rara intensità. I movimenti coreografici, carichi di significato, hanno dato corpo al caos dionisiaco, evocando la forza irrazionale che attraversa il testo euripideo. Non una semplice rievocazione del mito, ma un’immersione in un universo dove l’ordine si scontra con la follia, e il divino assume la forma di un disordine creativo.
«Dove si nasconde oggi Dioniso?» sembra domandare lo spettacolo. E nel porre questa domanda, Le Baccanti si fanno specchio di un’epoca che ha perso il contatto con il sacro e con la sua ambiguità.
Un plauso va al dirigente Achille Contino e al presidente Giuseppe Pendolino, che ha voluto rilanciare l’identità culturale del territorio con un progetto di respiro internazionale. «Siamo estremamente soddisfatti della risposta del pubblico – ha dichiarato Pendolino – e dell’altissimo livello della rappresentazione. Vogliamo che il Teatro dell’Efebo diventi un punto di riferimento per tutto il territorio provinciale. Questa è una terra che merita di essere raccontata con il linguaggio della bellezza».
Un riconoscimento simbolico è arrivato anche dall’Europa, con il patrocinio gratuito della Commissione Europea alla stagione 2025, ufficializzato proprio all’inizio della serata.
Prossima tappa: Cipro, dove lo spettacolo rappresenterà l’Italia all’International Festival of Ancient Greek Drama. Un’occasione importante per Agrigento e per il suo teatro, che da palcoscenico archeologico si candida sempre più a laboratorio culturale del Mediterraneo.
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