Riapre il complesso degli Incurabili alla Sanità, restituiti alla città oltre 4 mila capolavori

Nel cuore del Rione Sanita’, a Napoli, riapre uno dei luoghi piu’ affascinanti e dimenticati della citta’: il Complesso di Santa Maria del Popolo degli Incurabili. Un sito storico che torna protagonista grazie a un importante intervento di recupero e valorizzazione. Per anni abbandonato, il complesso – noto ai napoletani semplicemente come gli Incurabili – custodisce un patrimonio straordinario di arte, scienza e fede. Un vero museo a cielo aperto, nascosto tra le pietre della Napoli piu’ antica, oggi finalmente restituito alla citta’, e di cui ora e’ possibile ammirare una prima selezione delle opere d’arte, circa 4.000 capolavori, rimaste a lungo nell’ombra e spesso danneggiate dal tempo e dall’incuria. Dipinti, sculture e tele tornano a nuova vita grazie al lavoro di restauratori, storici e istituzioni. Il progetto rientra in un piu’ ampio piano di riqualificazione, promosso dalla Regione Campania con la collaborazione della Soprintendenza, dell’Asl Napoli 1 Centro, cui fa capo il complesso annesso all’ospedale omonimo, e del Museo delle Arti Sanitarie. La prima fase del restauro riguarda collezioni d’arte che gia’ dalla fine dell’Ottocento facevano parte di un percorso museale. Si tratta di opere originali, spesso poco conosciute, provenienti dai vari ospedali della rete degli Ospedali Riuniti di Napoli, di cui quello degli Incurabili era il capofila. “Siamo certi di essere solo all’inizio di un percorso che vedra’ il Complesso di Santa Maria del Popolo degli Incurabili protagonista di una rinascita, capace di illuminare il presente e aprire nuovi orizzonti, rendendo sempre piu’ visibile il valore del suo straordinario patrimonio artistico e del suo ruolo clinico-assistenziale e socio-sanitario”, spiega Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl. All’interno della struttura e’ stato inoltre allestito un ‘atelier del restauro’, con pareti trasparenti e macchinari scientifici, per consentire a cittadini e turisti di osservare da vicino gli esperti al lavoro. Tra le prime opere recuperate spiccano il dipinto della Madonna Assunta, la tela del Martirio di San Bartolomeo e una scultura lignea del Cristo Deposto, risalente alla fine del Cinquecento, utilizzata durante le processioni e dotata di una parrucca realizzata con capelli veri. Coordinatrice dei restauri, Cinzia Pasquali, gia’ attiva al Louvre e curatrice di importanti interventi a livello internazionale. “Abbiamo messo in sicurezza queste 4.000 opere, le abbiamo catalogate e digitalizzate per eseguire una diagnosi accurata e scegliere l’intervento di restauro piu’ adatto per ciascuna – spiega – la tela della Madonna Assunta era deformata, segnata dall’umidita’ e in uno stato critico di conservazione. Il suo recupero e’ stato davvero sorprendente”. Una mostra, inaugurata da pochi giorni, condivide con la citta’ il lavoro sinora svolto, racconta da vicino gli interventi tecnici, mostra le immagini del “prima e dopo” e spiega perche’ salvare questi beni significa tutelare un pezzo fondamentale dell’identita’ culturale partenopea.
İl Denaro