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Istat: stime invariate su Pil e deficit 2024, debito in calo

Istat: stime invariate su Pil e deficit 2024, debito in calo

L’Istat lascia invariata a 0,7% la stima sulla crescita del Pil 2024 e quella sul deficit a -3,4%. Cala leggermente invece la stima sul debito, dal 135,3% previsto a marzo a 134,9%. Lo rende noto l’Istituto di statistica nei conti economici e nazionali riferiti al 2024.

L’istituto di statistica ha ritoccato al rialzo la stima del saldo primario (l’indebitamento netto meno la spesa per interessi) nei conti italiani 2024: rispetto al +0,4% previsto a marzo, sale a +0,5% del Pil (era -3,5% nel 2023). La spesa per interessi è cresciuta del 10,1% (era -4,7% nel 2023).

Nel 2024 la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata in crescita e pari al 42,5% (era 41,2% nel 2023), a seguito di un aumento delle entrate fiscali e contributive (5,8%) superiore rispetto a quello del Pil a prezzi correnti (+2,7%). Viene così ritoccata al ribasso la stima di marzo scorso (42,6%). La pressione fiscale è cresciuta di oltre un punto percentuale, attestandosi sui valori registrati nel 2020-2021.

L’Istat ha inoltre rivisto al rialzo la stima sul Pil del 2023: dallo 0,7% previsto a marzo scorso, sulla base dei nuovi dati sale a 1%, con una revisione positiva di 0,3 punti percentuali. L’istituto spiega che c’è stata un modifica dei tassi di crescita delle componenti: i consumi delle famiglie hanno registrato un aumento allo 0,5% dallo 0,3% dell’edizione precedente e i consumi delle amministrazioni pubbliche all’1,1% (da +0,6% nella versione precedente). Il tasso di crescita degli investimenti è stato pari al 10,1% (+9,0% nella stima di marzo). Le nuove stime del valore aggiunto hanno determinato, per il 2023, aggiustamenti significativi per alcuni comparti: al rialzo nel settore delle costruzioni (+4,5 punti percentuali), nell’industria in senso stretto (+0,1 punti) e nel comparto delle attività professionali (+2,0 punti) e al ribasso per attività finanziarie e assicurative (-3,6 punti), servizi di informazione e comunicazione (-1,7 punti) e comparto del commercio, trasporto e magazzinaggio, alloggi e ristorazione (-1,9 punti).

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