Scontro sulla riforma della salute mentale, per il Pd tornano i 'manicomietti'

E' scontro aperto tra maggioranza e opposizione sulla riforma della salute mentale, dopo che la commissione Affari Sociali del Senato ha deciso di assumere come testo base il ddl firmato dal presidente di FdI, Francesco Zaffini. Secondo il Pd, il testo rappresenta un tentativo di mettere mano alla legge Basaglia compiendo "gravi passi indietro", a partire dalla reintroduzione di quelli che la sinistra definisce dei nuovi "manicomietti".
Dal canto loro, gli psichiatri affermano di voler conoscere nel merito la proposta nei singoli punti prima di esprimere una valutazione ma precisano che non derogheranno dai principi base della Basaglia, che vedono il rispetto della persona e la non segregazione come punti cardine. "La maggioranza di centrodestra mi pare determinata a compiere gravi passi indietro anche sulla salute mentale, mettendo mano alla legge Basaglia. La commissione Affari Sociali, infatti, ha deciso di assumere come testo base per la riforma il ddl firmato da Zaffini, una proposta - è l'allarme lanciato dal senatore del Pd Filippo Sensi - che riteniamo sbagliata per tre motivi: introduce quelli che abbiamo definito 'manicomietti', strutture residenziali o semiresidenziali ridotte pensate per le persone affette da problemi mentali; aumenta da 7 a 15 giorni la durata massima dei Tso; codifica la contenzione meccanica delle persone". Sensi si riferisce in particolare agli stralci di tre articoli del disegno di legge Zaffini.
Quando parla di "manicomietti" si riferisce tra le altre cose ad una parte dell'articolo 7: "Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano assicurano le attività riabilitative psicosociali attraverso le seguenti strutture: centri per la riabilitazione diffusa sul territorio; strutture residenziali e semiresidenziali, quali presidi di cura e riabilitazione intensiva, e residenze sanitarie assistite; strutture residenziali o semiresidenziali di natura socioassistenziale". Sulla durata dei trattamenti sanitari obbligatori, il riferimento è all'articolo 5: il Tso "ha durata massima di quindici giorni, prolungabile solo in caso di effettive esigenze cliniche". Quanto alla contenzione meccanica, il dem punta i riflettori sull'articolo 4 del ddl: "Gli operatori della salute mentale attuano misure e trattamenti coattivi fisici, farmacologici e ambientali nei soli casi connessi a documentate necessità cliniche e al solo scopo di impedire comportamenti auto ed eterolesivi, nel rispetto della dignità e della sicurezza della persona affetta da disturbi mentali". "Sarebbe gravissimo se la destra volesse manomettere la legge Basaglia - commenta anche Luana Zanella, capogruppo di AVS alla Camera - Il Ddl Zaffini di fatto ripristina strutture manicomiali, per giunta private. Fa paura che ogni manovra della destra sia tesa a scardinare le più grandi riforme democratiche, ristabilendo ghetti per chi è ai margini". Dal canto suo, la presidente uscente della Società italiana di psichiatria (Sip), Emi Bondi, sottolinea di voler attendere di conoscere bene la proposta, e gli eventuali emendamenti, prima di dare una valutazione: "Vogliamo valutare meglio il testo nei singoli punti - afferma all'ANSA -. E' chiaro che un aggiornamento della legge Basaglia, dopo 40 anni, è necessario poichè sono mutate le situazioni e la realtà sociale, ma questa legge resta fondamentale e ne va conservato lo spirito ed i principi base". Ed ancora: "Siamo disponibili a ragionare dei singoli punti. Non vogliamo entrare in dinamiche politiche di difesa o attacco di una proposta ma vogliamo valutarla con attenzione". Infatti, "nessun psichiatra vuole tornare ai manicomi, che sono fuori dal tempo e dalle logiche attuali, però, al contempo - precisa Bondi - questo non significa neanche che i pazienti non possano essere ricoverati o avere assistenza quando anche la famiglia non è piu in grado di poterli gestire. C'è una grande richiesta di residenzialità. Si tratta di entrare nel merito di una questione complessa senza una presa di posizione ideologica ma pensando concretamente ai bisogni dei malati e salvaguardando i principi della legge Basaglia, a partire dal rispetto della persona malata e dal no alla segregazione". Pertanto, conclude Bondi, "aspettiamo di conoscere meglio i contenuti, ma non deroghiamo dai principi base della Basaglia, che vanno tutelati".
ansa