Turkmenistan, la Porta dell’Inferno verrà chiusa. Catastrofe ambientale e attrazione: la sua storia

Nelle profondità delle sabbie del Karakum, in Turkmenistan, timide lingue di fuoco lambiscono le pareti delle "porte dell'inferno". Dopo mezzo secolo di incendio, il cratere di Darvaza, che emette metano, un gas che accelera il riscaldamento globale, deve finalmente essere spento. "Io e mio marito abbiamo deciso di venire qui dopo aver visto le foto impressionanti delle fiamme di Darvaza su internet", ha raccontato all’agenzia di stampa France Press una turista di Ashgabat, la capitale di questo paese isolato. Ma dopo cinque ore di viaggio su una strada dissestata attraverso il deserto per raggiungere il cratere a metà strada tra la capitale e la terza città più grande del Turkmenistan, Dashoguz, lo spettacolo è ben diverso. "Sono un po' delusa", ammette la trentenne.
Turisti e aspettative deluseDavanti a lei, le fiamme, anziché l’auspicato immenso braciere, di un cratere, di 70 metri di diametro e 20 metri di profondità. Secondo rari rapporti scientifici, il contributo di Darvaza alle massicce emissioni di metano del Turkmenistan rimane marginale, ma il cratere è un simbolo di catastrofe ambientale. Mentre le autorità turkmene mantengono segrete tutte le informazioni, i satelliti hanno rivelato che il Turkmenistan detiene il record mondiale per il numero di super rilasci di metano (o perdite massicce) nel 2024, secondo l'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE).

Secondo i ricercatori, il metano, che contribuisce al riscaldamento globale in misura ben maggiore rispetto alla CO2, è responsabile di circa il 30% del riscaldamento globale dalla rivoluzione industriale, mentre Stati Uniti e Cina rimangono i maggiori emettitori in termini di volume. Il Turkmenistan promette: queste "porte dell'Inferno", ribattezzate "bagliore del Karakum", scompariranno presto.
L’ordine di spegnimento è del 2022Nel 2022, l'onnipotente leader Gurbanguly Berdymukhamedov ha ordinato lo spegnimento del cratere, poiché queste "enormi quantità di gas hanno un impatto negativo sull'ambiente e sulla salute delle popolazioni circostanti". In questo Paese, la cui economia è sostenuta dalle sue immense riserve di gas, questa decisione è anche una questione di bilancio. "Si stanno perdendo materie prime preziose. La loro esportazione potrebbe generare profitti significativi e contribuire al benessere della nostra popolazione", ha dichiarato il capo dello Stato, noto per il suo culto della personalità.

In Turkmenistan, uno dei Paesi più chiusi al mondo, dove i desideri di Berdymukhamedov coincidono con i suoi stedsi ordini, gli scienziati hanno dovuto trovare un modo per aggirare il problema. "L'intensità della combustione disordinata nel cratere è stata ridotta di oltre tre volte", ha affermato a giugno la Turkmengaz, un'azienda statale, sostenendo di essere "riuscita a controllare la fornitura di gas, aumentando significativamente l'estrazione di gas e riducendo l'intensità" dell'incendio.
Le difficoltà tecnicheMa il lavoro è complicato dalle peculiarità geologiche del deserto, ha dichiarato all'AFP uno specialista di Turkmengaz, che ha preferito rimanere anonimo. "I giacimenti di idrocarburi del Karakum sono caratterizzati dalla presenza di un gran numero di strati sottili, intervallati da strati densi contenenti acqua", riassume. Invece di avere una grande sacca di gas destinata a esaurirsi, "la lunga combustione del cratere è spiegata dall'interazione di questi molteplici strati", spiega.
"Non appena l'intensità del flusso di gas nel cratere diminuirà, sarà possibile isolare la superficie del cratere, eliminando così completamente le emissioni di gas incontrollate nell'atmosfera", ritiene l'esperto di Turkmengaz. Tuttavia, è impossibile visitare gli impianti di Turkmengaz senza autorizzazioni multiple, che l'AFP non ha ricevuto.

Per quanto riguarda i rari dati forniti dalle autorità, sono generalmente non verificabili. Le "porte dell'inferno" si aprirono nel 1971, quando i geologi sovietici che studiavano il ricco sottosuolo del deserto del Karakum, un deserto grande quanto la Germania, perforarono accidentalmente una sacca di gas.
Come è nata e perché"La piattaforma di perforazione è crollata sottoterra. Il rilascio incontrollato di gas ha minacciato di avvelenare la popolazione e gli animali", ha dichiarato all'AFP Anatoly Bushmakin, uno scienziato turkmeno di 90 anni. "I geologi hanno deciso di appiccarvi il fuoco, sperando che si spegnesse rapidamente. Ma il cratere sta ancora bruciando", continua Bushmakin, per il quale questo incidente ha almeno "permesso agli scienziati di valutare con estrema precisione le prospettive di estrazione del gas in quest'area".
Ma chiudere Darvaza rischia di danneggiare l'embrionale industria turistica locale. Questo paese ricoperto di sabbia non ha quasi nessuna attrazione turistica ed è in difficoltà rispetto ai paesi vicini. E per la manciata di stranieri che sono riusciti a ottenere un visto per visitare questo paese chiuso e sotto stretta sorveglianza, questo posto è in cima alla lista. "Non è un segreto che la maggior parte dei turisti stranieri venga in Turkmenistan per ammirare questo miracolo", ha dichiarato all'AFP Ovez Muradov, dipendente di un'agenzia di viaggi locale. "Se Darvaza smettesse di bruciare completamente, molte agenzie di viaggio perderebbero profitti".

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